Qual è il tuo colore preferito? La mia risposta è sempre: tutti.
Il colore è una sensazione abbastanza soggettiva legata alle diverse sensibilità e esperienze. Tuttavia chi utilizza il colore a livello professionale si troverà sempre in imbarazzo di fronte alla domanda "qual è il tuo colore preferito?". La mia risposta è sempre: tutti... dipende...
Dipende da come è utilizzato. Dipende da quali altri colori è accompagnato. Dipende da cosa vogliamo comunicare, quali emozioni visive vogliamo provocare. Dipende dal contesto, se è il colore di una macchina, di un vestito, di un divano o della cover di un libro.
Insomma la questione è abbastanza articolata, tutti i colori sono belli se ben utilizzati. E più lavoro col colore più sono convinto che veramente sono tutti belli ed è affascinante accostarli, mescolarli e trovare le soluzioni giuste.
Il (buon) gusto e le preferenze nell'utilizzo del colore sono influenzati dai trend del momento, dalla moda, l'arredamento, la fotografia, la pubblicità, tutti fenomeni correlati tra loro, al periodo storico e anche alle circostanze socio-politiche che lo attraversano.
Basti pensare agli anni di piombo in cui a seconda della classe sociale o dell'orientamento politico tutti indossavano un rigoroso loden verdone o un eskimo verde militare.
Un esempio di come i gusti si evolvono nel tempo può essere il colore delle pareti nelle nostre case. Negli ultimi decenni dai colori vivaci degli anni 70, sì è passato al bianco degli anni 80/90. In concomitanza col gusto per gli arredi etnici è tornato di moda il colore e le pareti si sono colorate di arancione e giallo senape, ogni stanza un suo colore anche diverso all'interno di una stessa stanza. Il barocco moderno ha confermato i colori accesi, il rosso, il bordeaux, ma anche i blu e i verdi. Le tendenze minimal degli ultimi anni hanno bandito i colori vivaci e colorato le nostri pareti di toni naturali. Tutte le nostre case sono oggi nelle tonalità dei grigi caldi, il greige (neologismo che mescola le parole grey e beige), il tortora, il fango.
Anche il colore delle auto è soggetto a fenomeni di moda: il mitico giallo Positano nei '70; negli '80 ricordiamo il famoso "canna di fucile metallizzato"; la station vagon dei '90 doveva essere blu scuro; successivamente il grigio chiaro metallizzato è diventato un must; quindi il nero che ha imperversato per molti anni per poi cedere il posto al bianco; ora si sta tornando al grigio, ma un grigio nuovo, colorato.
Appurato il fatto che nessuno è immune ai fenomeni delle mode, è necessario imparare a conoscere il colore per imparare ad usarlo bene e in maniera professionale. DI seguito alcuni cenni teorici sul colore.
COS'È IL COLORE
Prenderei in prestito la definizione di Giorgio Fioravanti secondo cui è la «sensazione prodotta nel cervello... dalla luce emessa o riflessa dagli oggetti».
Studi scientifici hanno studiato e spiegato come l'occhio percepisce i colori. Di particolare importanza è stata la scoperta di Isaac Newton che nel 1676 servendosi di un prisma di vetro ha dimostrato come la luce bianca è composta dalla somma di sette colori ognuno dei quali corrispondente a una determinata lunghezza d'onda che il nostro occhio riesce a percepire.
Percepiamo il colore attraverso sorgenti di luce che colpiscono direttamente il nostro occhio (colore luce) come nel caso dei monitor. Percepiamo il colore anche attraverso le superfici degli oggetti che riflettono la luce (colore pigmento) attribuendo quindi a quella superficie, o al pigmento che la ricopre, un determinato colore.
Proprio questa distinzione è fondamentale per capire il colore e come utilizzarlo.
SINTESI ADDITIVA DEL COLORE: IL SISTEMA RGB
È il sistema che utilizzano i monitor per riprodurre tutti i colori dello spettro cromatico. Fasci di luce di diversa lunghezza d'onda colpiscono direttamente il nostro occhio che percepisce i diversi colori.
Il bianco è dato dalla perfetta sovrapposizione di fasci di luce dei tre colori primari, red (R), green (G) e blu (B).
Il nero è l'assenza di luce.
Dalla mescolanza variabile di questi tre colori primari si ottengono tutti gli altri colori: le tonalità.
La maggiore o minore intensità della luce definisce la luminosità del colore.
La maggiore o minore purezza definisci la saturazione del colore.
Dalla somma di 2 primari si ottengono i colori secondari:
Rosso + Verde = Giallo
Verde + Blu = Cyan
Blu + Rosso = Magenta
SINTESI SOTTRATTIVA DEL COLORE: IL SISTEMA CMYK
È il sistema utilizzato per le tecniche pittoriche e illustrative o dalle tecniche di riproduzione a stampa (tipografica, offset, laser, getto d'inchiostro...). Le superfici, o i pigmenti sulla superficie degli oggetti (o della carta, o di una tela, ...) riflettono la luce di alcune lunghezze d'onda e ne assorbono altre. Per questo motivo viene chiamata sintesi sottrattiva: se la superficie (o il pigmento che la ricopre) assorbe tutta la luce da come risultanza il nero, se la riflette interamente si percepisce il bianco, se assorbe delle onde luminose e ne riflette delle altre l'occhio percepisce i colori.
Johannes Itten (pittore e designer svizzero dei primi anni del '900) è stato uno dei principali studiosi del colore e ha rappresentato le relazioni tra i colori principali in un cerchio cromatico.
I tre colori pigmento primari sono quelli la cui mescolanza origina tutti gli altri colori:
Cyan (C)
Magenta (M)
Yellow (Y) giallo in inglese
Mescolando in parti uguali due colori primari si ottengono i colori secondari:
Yellow + Magenta = Rosso arancio
Magenta + Cyan = Viola
Cyan + Yellow = Verde
Mescolando un colore primario con un colore secondario si ottengono i colori terziari:
Yellow + Rosso arancio = Arancio giallo
Rosso arancio + Magenta = Rosso fragola
Magenta + Viola = Viola rosso
Viola + Cyan = Viola blu
Cyan + Verde = Verde blu
Verde + Yellow = Verde giallo
Nei sistemi di stampa, professionali o da ufficio, il metodo di composizione del colore CMYK viene chiamato quadricromia perché appunto dalla mescolanza dei tre colori primari più il nero, si ottengono la maggior parte delle tonalità cromatiche esistenti.
Con l'aggiunta del nero (K) si ottengono le tonalità più scure. Mescolando i tre primari tra loro si ottengono tonalità più spente, meno vivaci, sporche: le terre.
Con l'aggiunta del bianco (in pittura) si ottengono le tonalità più chiare: i colori pastello. Nei metodi di riproduzione a stampa il bianco non è un colore ma è dato dal colore della carta, in questo caso le tonalità pastello risultano da una minore concentrazione di colore: la retinatura.
Con l'aggiunta del grigio si ottengono una serie di tonalità intermedie, polverose e, a mio avviso, interessanti:
i grigi colorati.
COLORI CALDI E FREDDI
Sono percepiti come colori freddi tutte le tonalità dei blu e dei verdi, mentre sono percepiti come colori caldi le tonalità dell'arancio, del rosso e del magenta.
Il viola medio e il giallo sono neutri. Il viola medio verrà percepito come caldo se accostato a tonalità fredde e come un colore freddo se viene accostato a tonalità calde. Allo stesso modo ma all'inverso il giallo verrà percepito come freddo se accostato a tonalità calde e come caldo se accostato a tonalità fredde.
*CURIOSITÀ
Si potrebbe pensare che la lettera "K" nella sigla CMYK derivi dall'ultima lettera della parola inglese “black”, per non creare confusione visto che “B” significa blu. In realtà la “K” si riferisce a key (chiave), in quanto i sistemi di stampa che utilizzano questo modello usano la tecnologia Computer to plate (CTP), nella quale mediante una “lastra chiave” (“key plate” in inglese) si allineano correttamente le lastre degli altri tre colori (il ciano, il magenta e il giallo).
Fonti bibliografiche:
G. Fioravanti Grafica & Stampa. Zanichelli, 1990
G. Fioravanti. Il dizionario del grafico. Zanichelli, 1997
D. Hewson et al. Il manuale del desktop publishing. Zanichelli, 1995
A. Hohenegger. Graphic design. Romana Libri Alfabeto 1986